mercoledì 30 ottobre 2013

Primi passi verso la preghiera del cuore

di fra Giuseppe Bartolozzi



Riportiamo di seguito il contenuto del nostro primo incontro della scuola di preghiera.

Scuola di preghiera! Precisiamo innanzitutto: chi è il Maestro di questa scuola? Il maestro è lo Spirito santo: “… lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili”(Rm 8, 26). Lo Spirito di figli di Dio, quindi lo Spirito di Cristo (cf. Rm 8, 9), è l’artefice della nostra preghiera: è lui che dentro di noi grida “Abbà, Padre!”(Rm 8, 15). 

lunedì 28 ottobre 2013

Perchè una scuola di preghiera?

di fra Sergio Lorenzini


Georges Bernanos, grande scrittore parigino del secolo appena trascorso, scriveva che «non si può capire nulla della civiltà moderna se, prima di tutto, non si riconosce che essa è una cospirazione universale contro qualsiasi forma di vita interiore». A nessuno sfugge il ritmo frenetico imposto ai nostri giorni dagli ingranaggi familiari, lavorativi e commerciali. Siamo continuamente presi nell’affanno degli affari, costretti a rincorrere bisogni, reali o presunti, che ci si presentano ogni giorno. E ci troviamo dentro il paradosso odierno: avere mille mezzi senza uno scopo, mille cose da fare senza sapere chi siamo e chi vogliamo essere

sabato 26 ottobre 2013

Fissando il Signore

di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Luca (18, 9-14) - XXX Domenica del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». 

COMMENTO 
Lo spirito di competizione e di arrivismo inquina i rapporti umani e a volte anche quelli spirituali, perché ci porta a fare la gara sull’altro anziché sul traguardo da raggiungere. La meta del nostro pellegrinaggio è l’incontro con il Signore e già possiamo in anticipo assaporarla se apriamo la nostra coscienza alla sua legge di amore, alla sua Parola, alla pratica sincera dei suoi comandamenti. Ecco, dovremmo fare la gara su di lui, capendo quanto mi manca al traguardo; perché così facendo avremo sempre qualche lacuna da colmare e troveremo nella sua misericordia il necessario per restare al passo e confidare serenamente nel raggiungimento della meta.

lunedì 21 ottobre 2013

Spremere un limone rachitico ovvero parole senza succo!

di fra Sergio Lorenzini



Ad ogni ritiro che mi capita di vivere con adolescenti e giovani, raramente viene smentita la mia convinzione che il momento più difficile da vivere sia per loro il deserto, il momento del silenzio e del raccoglimento, dello stare soli con se stessi e con Dio per ascoltarsi e ascoltare, per connettersi con se stessi e scavare dentro la propria vita. E cerco di convincerli che in fondo un quarto d’ora si può fare, che è importante imparare a vivere momenti di silenzio, che ciò dà loro profondità ed equilibrio, che basta superare quell’iniziale smarrimento per accedere poi a una profondità gustosa e ricca.

sabato 19 ottobre 2013

Abbi fede, e mettici il gatto!

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (18,1-8) - XXIX Domenica del Tempo Ordinario
Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: "Rendimi giustizia sul mio avversario". Egli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: "Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno, pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa"». Il Signore disse: «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto.  Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti?  Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?»

martedì 15 ottobre 2013

Fabrice Hadjadi: pregai quella stessa Vergine di cui prima mi ero beffato!



Fabrice Hadjadj, nato a Nanterre nel 1971, è un filosofo e autore drammaturgico francese. Insegna filosofia in un liceo e nel seminario di Toulon. Appartenente a una famiglia ebrea di origine tunisina, è stato educato in maniera «laica» e senza alcun riferimento religioso. Oggi è un apprezzato pensatore, considerato l’astro nascente della filosofia cattolica in Francia e uno degli uomini di cultura più originali d’Europa.

Siamo in un luogo speciale, è la Chiesa di Saint-Séverin e questa chiesa ha giocato un ruolo importante nella mia conversione, diverse cose vi sono accadute.
In questa chiesa sono entrato con un mio amico, in una cappella c’era una statua di una Madonna, Nostra Signora del Buon Soccorso, circondata da ex voto. Questi ex voto riportavano dei ringraziamenti per aver passato un esame o per essere stati guariti da qualche male. Io e il mio amico, con il nostro spirito volterriano, trovavamo tutto ciò ridicolo. Anche se un Dio fosse esistito, trovavamo ridicolo che questo Dio si abbassasse a guardare le piccole cose, i piccoli problemi. Dunque ci siamo beffati di questa Madonna, di questi ex voto e di questa pietà popolare.
Poi, una settimana dopo, mia madre mi chiama e mi dice che mio padre è malato e io sento dalla sua voce che ha molta paura; crede che avrà un infarto, che forse morirà, hanno chiamato i soccorsi. I miei genitori abitavano molto lontano da questo quartiere, dunque presi un taxi per raggiungerli. Prima di prendere il taxi, la prima cosa che mi sono ripromesso di fare fu di venire in questa chiesa e di andare a pregare quella stessa Vergine di cui mi ero beffato...

sabato 12 ottobre 2013

Vivere nel ringraziamento

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19) - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».


COMMENTO
Se dovessimo fare un titolo di giornale con il suo stile sintetico, lapidario e che invogli alla lettura, potremmo scrivere: “dieci guariti, un solo superstite”. Oppure, a voler calcare un po’ più la mano: “La lebbra dell’ingratitudine”.

venerdì 11 ottobre 2013

Cosa significa "Vocazione"?

di fra Filippo M. Caioni


Diciamo la verità: generalmente la parola "vocazione" fa paura. O meglio, ci fa paura! Il motivo è semplice: essa è legata, nella mentalità comune, ad una certa idea di consacrazione a Dio vista in un contesto di scelta celibataria (di continenza sessuale, tanto per intenderci). Da qui le più svariate e classiche prese di posizione: "... e mica sono scemo io!" - "Io la mia vita la voglio vivere in pienezza e non a metà!" - "... ma chi te lo fa fare" e via discorrendo.

venerdì 4 ottobre 2013

Tonache d'alta moda

di fra Fabio Furiasse


Tra le reliquie più preziose ed amate della Basilica di Assisi c'è la tonaca che Francesco ha indossato negli ultimi giorni della sua vita: un camicione semplicissimo rattoppato da cima a fondo con pezze di colore e stoffa completamente diversi, proprio come il modello che lui, impareggiabile ed estroso creatore di moda qual era, aveva fissato nella Regola.

martedì 1 ottobre 2013

Da una vita fatta di eccessi alla fede. La storia del gruppo Rock "The Sun"

  

I The Sun sono una rock band italiana, evoluzione artistica dei vicentini Sun Eats Hours, formatasi nel 1997 e composta da Francesco Lorenzi (voce e chitarra), Riccardo Rossi (batteria), Matteo Reghelin (basso), Gianluca Menegozzo (chitarra). Prima ancora di siglare un accordo con la major discografica Sony Music Entertainment, la band aveva già all’attivo quattro album autoprodotti e distribuiti in Europa, Giappone e Brasile da varie etichette indipendenti (in particolare da Rude Records) ed era stata supporter di band internazionali del calibro di The Cure, The Offspring, Misfits, Muse, Ok Go, NOFX, Ska P, Afi, Pennywise, The Vandals e, di recente, dei Deep Purple. E’ del 2004 il riconoscimento al M.E.I. come “miglior punk rock band italiana nel mondo”.