sabato 21 giugno 2014

Ciò che sazia la fame più vera

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (6, 51-58 ) - Solennità del Corpus Domini
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo ». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

COMMENTO
“Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. L’uomo che più di ogni altro ha fatto qualcosa per l’umanità resta di gran lunga Gesù di Nazareth. L’affermazione potrà sembrare perentoria e fideistica, forse perché non fondata su dati oggettivi e inequivocabili. Qualcuno infatti potrebbe non credere che Cristo è risorto, che la sua morte di croce ha ridato la Speranza vera al mondo: la vita dopo la morte. Tuttavia, già solo osservando “la città dell’uomo” si nota che laddove è arrivato il nome di Cristo ci sono e ci sono stati segni permanenti di emancipazione e di promozione sociale, certamente insieme a tanti fatti contraddittori e equivoci, ma che non hanno impedito nel lungo termine oggettivi e benefici effetti.

sabato 14 giugno 2014

Amare da morire

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (3,16-18) - Festa della Santissima Trinità
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

COMMENTO
Se qualcuno chiedesse quale mondo Dio ha amato, dovremmo rispondere senza esitazione: questo, il nostro, proprio quello che stiamo calpestando e dove stiamo respirando. Fino a che punto lo ha amato? Fino a dare la vita del suo unico Figlio. Dio ha amato questo mondo, l’opera delle sue stesse mani, quella creazione e quella natura umana così perfette appena uscite dalle sue mani, e così deturpate dopo che l’uomo ha girato le spalle al suo Creatore, pensando di potersi appropriare della conoscenza del bene e del male.

sabato 7 giugno 2014

Il SIgnore della pace

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-23) - Domenica di Pentecoste
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.  Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

COMMENTO
“Pace a voi”. Ecco la prima parola di Gesù risorto ai discepoli. In tutta la storia dell’umanità è stato da sempre la cosa più ricercata, più ambita ma anche la più assente: la Pace. Il nostro caro San Francesco d’Assisi voleva che i suoi frati salutassero tutti coloro che incontravano con queste parole: “Il Signore ti dia pace!”. Augurio che poi si è trasformato lungo i secoli nel classico saluto francescano di “Pace e Bene!”