sabato 31 gennaio 2015

Silenzio... parla il Santo!

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Marco (1, 21-28) - IV Domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.  Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.  Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».  La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

COMMENTO
Da una parte gli scribi, i difensori della tradizione della legge ebraica, dall’altra Gesù di Nazaret. I primi, accreditati presso il popolo di Israele come i più autorevoli interpreti della legge trasmessa da Mosé; il secondo, un uomo qualunque che ancora, a quanto ci racconta l’evangelista, non ha fatto nulla di eccezionale ma suscita stupore per la sua dottrina nuova insegnata con autorità, e “non come gli scribi”. 

venerdì 23 gennaio 2015

Cogliere il momento della conversione

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Marco (1, 14-20) - III Domenica del tempo ordinario
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

COMMENTO
Non più di un anno fa’ un mio conoscente ha ritrovato in un luogo nascosto della sua cantina una busta con dentro una mazzetta di banconote per un valore di circa un milione di vecchie lire. Subito si è rivolto agli sportelli della Banca d’Italia per ottenere la conversione di questa cifra non del tutto trascurabile in euro, ma con grande suo rammarico ha dovuto constatare che questo, ormai da alcuni anni non è più possibile. Quelle vecchie lire che forse ancora qualcuno conserva da qualche parte sono carta straccia.

sabato 17 gennaio 2015

Vieni e vedi!

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 35-42) - II Domenica del tempo ordinario
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

COMMENTO
Troviamo in questo testo due definizioni di Gesù, tutte e due vere, tutte e due incomplete. Giovanni Battista per additarlo a due dei suoi lo definisce “agnello di Dio”, perché Gesù effettivamente sarà l’agnello immolato, sacrificato, che sostituirà una volta per sempre il rito del sacrificio pasquale ebraico dell’agnello.

martedì 13 gennaio 2015

Risonanze dal Ritiro di Natale 2015


Non essendo per me la prima esperienza di ritiro non mi ero fatta alla partenza grandi aspettative ma come sempre siete stati capaci di stupirmi ! Alla partenza ero molto curiosa su come sarebbe stato sviluppato l'argomento e devo dire che Fra Giuseppe è stato molto bravo ed efficace perchè ha fatto si che certi concetti ti rimanessero ben impressi. Come ogni ritiro è servito anche a vivere dei preziosi momenti di fraternitá che non sono rappresentati solo dalla serata nella quale siamo stati tutti insieme ma anche dalle ore dei pasti e dal tempo in cui si stava insieme in camera o nel salone che aiutano a crescere, a creare nuovi rapporti tra di noi e a conoscerci meglio.
Mi è però dispiaciuto averlo vissuto un po' passivamente a causa della febbre e quindi anche l'attenzione durante le carechesi rischiava di scarseggiare .... Spero solo di non aver perso tanto di quanto detto da Fra Giuseppe. Anche l'esperienza dell'adorazione è stata molto bella, profonda ed efficace perchè mi ha prrmesso di vivere dei momenti in cui anche se ero con tanta altra gente mi sentivo sola con il Signore. Vorrei fare un grande ringraziamento a Fra Andrea e Fra Sergio che ogni volta si impegnano per farci vivere al meglio l'esperienza del ritiro ma anche a quanti hanno vissuto questa eaperienza con me. Grazie a tutti .... Alla prossima! (Giulia)

sabato 10 gennaio 2015

L'acqua che ci fa nuovi

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Marco (1, 7-11) - Battesimo del Signore
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

COMMENTO
Giovanni Battista battezza anche Gesù! Sebbene di lui aveva detto un attimo prima che non era neppure degno di chinarsi per sciogliere i legacci dei suoi sandali; eppure quel gesto era necessario. Giovanni passa il testimone a Gesù: ora sarà quest’ultimo a impartire un battesimo di purificazione che inserirà gli uomini nella sua stessa figliolanza, nel suo stesso spirito.

venerdì 9 gennaio 2015

2015 Porte chiuse

di Paride Petrocchi



Giacomo era un sarto, tra i migliori del paese dicevano, o almeno così dicevano a me che ero, anzi, che sono, il nipote. Non so, in sincerità, se fosse il più bravo, so solo che portava a termine ciò che iniziava. Ogni tanto, quando passavo i pomeriggi con lui, lo vedevo armeggiare con ago, filo e con un gessetto, mentre era intento ad ‘imbastire’ un vestito. Un lavoro, forse più di un lavoro: un’arte, nella quale lui metteva il massimo della cura, della serietà e perché no, anche della fedeltà. Nel giro di una settimana o poco più, il vestito imbastito veniva completato nei minimi dettagli. Certo non tutti gli abiti gli saranno venuti al primo tentativo e forse su qualcuno di essi ci avrà anche speso qualche nottata, perseverando, errore dopo errore, punto dopo punto, ma senza mai lasciare l’opera a metà.
A pensarci nulla di più facile, a farlo nulla di più difficile.

mercoledì 7 gennaio 2015

La seconda nascita del Figlio di Dio

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-5. 9-14) - II Domenica di Natale
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

COMMENTO
Chissà quante volte abbiamo sentito introdurre il Padre Nostro durante la S. Messa con queste parole: “Il Signore ci ha donato il suo Spirito, con la fiducia e la libertà dei figli diciamo … “ Il breve monito ci ricorda la vera e propria rinascita dall’alto che si rinnova ogni volta che per le mani del sacerdote viene offerto a Dio Padre il sacrificio di Cristo Gesù, presente nel pane e vino appena consacrati. Il Battesimo che ci rende un medesimo essere con Cristo (cfr CCC 2565) una volte per tutte, e l’Eucaristia che a lui ci incorpora in modo sempre più profondo, realizzano quello che Giovanni annuncia proprio nelle prime righe del suo Vangelo: “A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.