venerdì 29 maggio 2015

Trinità

di fra Damiano Angelucci 


Dal Vangelo secondo Matteo (28, 16-20 ) - Festa della Santissima Trinità
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

COMMENTO
Dopo il tempo pasquale culminato domenica scorsa nella solennità di Pentecoste, riatterriamo oggi nel ciclo delle domeniche del tempo ordinario. Lo facciamo con due grandi feste, quella della Santissima Trinità oggi, e quella del Corpo e Sangue del Signore, domenica prossima.

sabato 23 maggio 2015

Ciò che orecchio non può udire e occhio non può vedere

di fra Damiano Angelucci




Dal Vangelo secondo Giovanni - (15,26-27; 16,12-15) - Solennità di Pentecoste
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

COMMENTO
Il nostro carissimo Papa Francesco ultimamente ci sta ricordando la virtù della “parresia” cioè della franchezza, del saper parlare apertamente e sinceramente. Come molte altre, anche questa virtù è stata vissuta in pienezza da Gesù di Nazaret, non è da dubitarne, che è costretto però a rimandare all’azione dello Spirito Santo il completamento delle molte altre cose che vorrebbe dire, perché i suoi discepoli non potrebbero comprenderle, non essendo “capaci di portarne il peso”.

martedì 19 maggio 2015

Siamo nati e non moriremo più

di Paride Petrocchi


Ero a Fossombrone, zaino in spalla, quando Michela, dolce sorella di cammino, mi ha messo questo piccolo libro tra le mani. Avevo già sentito la storia della famiglia Corbello e l'avevo catalogata come troppo "piena di Grazia" per essere vera.Così, mentre con le labbra promettevo a Michela che l'avrei letto, in cuor mio avevo già collocato quel libro nel dimenticatoio. Nel viaggio di ritorno, però, complice la noia e la forzata attesa, ho iniziato a sfogliarlo e pagina dopo pagina i Corbello mi hanno attirato nel loro mondo e rimesso al mondo, o meglio mi hanno scaraventato con la loro vita nella vita di Cristo.

La storia dei Corbello è eccezionale nella sua semplicità. Una coppia di sposi che decide di compiere gli infiniti piccoli passi possibili della vita avendo un'unica certezza: che Dio li ascolta, li ama e che vuole il loro bene. Questa certezza li fa tenere lo sguardo fermo su Cristo, nonostante il mare della vita sia continuamente in tempesta. Una vita che tanti definirebbero senza pace ma che, invece, dona pace, una pace avvolgente che solo Lui può dare e che ci fa gustare la bellezza di una vita di fede, sopratutto lì dove tutte le logiche umane si devono arrendere. Un libro consigliato a chi vuole vivere il presente come esperienza di Grazia. 

sabato 16 maggio 2015

Un nuovo modo di essere presente

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Marco (16,15-20) - Solennità dell'Ascensione
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Commento
Ultimi versetti del più corto di tutti i quattro Vangeli. Poche frasi, quasi lapidarie; l’evangelista Marco va al cuore della bella notizia, il Vangelo appunto; se tanta volte l’avessimo dimenticata la buona notizia è che Gesù di Nazareth, il Dio fatto uomo, è morto e poi ha oltrepassato la morte risorgendo e così facendo ha aperto il varco della vita eterna a tutto il genere umano: a tutti quelli che accoglieranno la sua salvezza immergendosi (leggi: battezzandosi) nella sua morte e risurrezione. L’annuncio di una simile cosa è urgente, non è cosa da perdere tempo e chi ha condiviso la sua missione e poi lo ha visto e toccato vivo, in carne e ossa, dopo la sua risurrezione non deve esitare a diffondere questa parola di vita eterna.

lunedì 11 maggio 2015

Dammi quel che comandi e comanda ciò che vuoi

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 9-17) - VI Domenica di Pasqua
Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.


COMMENTO
Come sempre buone notizie! Almeno due. Lassù qualcuno ci ama, che poi sarebbe anche quaggiù perché Gesù di Nazareth offre la sua vita per noi, paga il riscatto al regno del male, del nulla, del non senso al quale i nostri progenitori ci avevano venduti e ci riconsegna al Regno del Padre nel quale ci comanda però di rimanere osservando i suoi comandamenti.

giovedì 7 maggio 2015

Braccialetti rossi

di Chiara Pietrella


Salve ragazzi, vorrei parlarvi della serie Braccialetti rossi, di cui è andata in onda poco tempo fa la seconda stagione. L'anno scorso la prima serie non l'avevo seguita ma ne sentivo parecchio parlare, quindi quest'anno ho colto la palla al balzo e ho guardato le due stagioni una di seguito all'altra e devo dire che ne sono rimasta davvero colpita! 

sabato 2 maggio 2015

Il vino che non prende d’aceto

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 1-8) - V Domenica di Pasqua
Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.

COMMENTO
 “Senza di me non potete fare nulla”. L’affermazione di Gesù è molto secca e priva di sfumature; eppure quante cose potremmo fare senza invocare il nome di Gesù! Quante cose gli uomini nel mondo intero fanno senza credere nel nome di Gesù, e molto spesso senza neppure conoscerlo! Questa affermazione colpisce proprio perché viviamo in un ambiente culturale molto attento alla dimensione del fare, del produrre, e addirittura con una certa superbia terminologica chiamiamo “creativi” coloro che riescono a pensare o a progettare cose nuove, spesso presunte tali. Insomma, il fare ci attrae molto e l’evidenza sembrerebbe smentire la categoricità di quanto detto da Gesù.