lunedì 30 novembre 2015

Ogni cosa a suo posto

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36) - I Domenica di Avvento
 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

COMMENTO
Il linguaggio usato a Gesù è tipico di quegli ambienti spirituali del suo tempo in cui ormai non si attendeva più un Messia-Re restauratore dell’antico regno giudaico, ma piuttosto un Messia giudice degli ultimi tempi, simile a Figlio d’uomo, secondo la profezia di Daniele ( “ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno simile ad un figlio di uomo …” Dan 7,13 ). Non vale la pena tentare accostamenti e riferimenti storici ai singoli segni annunciati da Gesù.

sabato 21 novembre 2015

Re... sponsabili!

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (18,33b-37 ) - Solennità di Cristo Re dell'universo
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

COMMENTO
Gesù vorrebbe che Pilato si ponesse nella stessa ottica di Pietro, nella presa di coscienza di cosa gli altri dicono di lui, ma poi finalmente anche nella decisione di quale opinione personale assumere nell’enigma di quest’uomo venuto dalla Galilea. Pietro fu onesto: “Tu sei il Cristo” anche se poi la paura non resse l’urto della passione e dell’apparente sconfitta. Pilato invece evita, “non sono un Giudeo”, non si sente interpellato a dare risposte, ad assumere una posizione. Giustamente spesso si usa l’aggettivo “pilatesco” in riferimento a scelte che non sono scelte, a decisioni che evitano assunzioni di responsabilità. Pilato opera una scelta, certo, ma in lui c’è tutta quella umanità complice che non si occupa , ne si preoccupa della verità e di ciò che è bene, e di fatto collabora al dilagare del male.

sabato 14 novembre 2015

La fine del mondo... finalmente!

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Marco (13,24-32) - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

COMMENTO
Gesù prende le future disastrose vicende della città di Gerusalemme come segno dell’imminente giudizio da parte del figlio dell’uomo, che è lui stesso. Gesù sovente usa questa espressione per indicare la sua persona, proprio per affermare, da una parte che lui è un figlio di uomo, un uomo in tutto e per tutto come noi, ma per affermare dall’altra che lui corrisponde alla profezia dell’AT in cui si dice che il giudizio della storia sarà affidato “a uno simile ad un figlio d’uomo” ( Dn 7,13 ).

sabato 7 novembre 2015

Servire è amare senza mezze misure

di fra Damiano Angelucci




Dal Vangelo secondo Marco (12,38-44) - XXXII Domenica del Tempo ordinario
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

COMMENTO
A grandi poteri devono corrispondere grandi responsabilità. Chi erano questi scribi così duramente apostrofati da Gesù? Essi erano gli interpreti ufficiali della legge di Mosè, i conoscitori più accreditati delle sacre scritture, e i continuatori ideali della missione dei profeti dell’AT assenti dalla vita di Israele da circa tre secoli.