di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Luca (23,39-46) - Domenica delle Palme
[…] Uno dei malfattori appesi alla croce lo
insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo
rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla
stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per
le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù,
ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti
dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a
metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito». Detto questo, spirò.[…]
COMMENTO
La parabola del figlio sprecone ascoltata due
domeniche fa’ rimane aperta sul futuro di quel figlio tornato a casa. Nel
racconto Gesù è interessato a dirci che il Padre lo accoglie, lo risuscita come
figlio e poi il figlio, chissà cosa farà. Domenica scorsa un frangente di vita
vera, con una donna (e un uomo) che hanno tradito i loro affetti: la donna
viene liberata da Gesù, ma anche qui non ci viene detto cosa farà questa donna
poi; e fra l’altro, in questo caso, neppure qualcosa del suo desiderio o meno
di cambiar vita.