sabato 30 aprile 2016

Indovina che viene a cena!

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,23-29) - V domenica di Pasqua
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: 
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».


COMMENTO
In una delle sue prime riflessioni, Papa Francesco ha paragonato il cuore dell’uomo a una casa, e rifacendosi all’esempio fatto anche da Gesù nel Vangelo, ha esortato a fare ben attenzione a chi e a che cosa entra nella casa del nostro cuore.  A volte entrano pensieri cattivi, cioè cattive ispirazioni, cattive intenzioni che possono turbarci e togliere la pace; altre volte invece entrano spiriti amici, cioè delle buone ispirazioni che orientano al bene i nostri desideri  e le nostre scelte, piccole o grandi, della nostra giornata.

sabato 23 aprile 2016

L'amore può tutto

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-35) - V domenica di Pasqua
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».


COMMENTO
L’atmosfera è quella dei grandi addii. Prendendo il boccone di cibo indicato da Gesù, Giuda ha appena dato il segno ultimo della sua volontà di tradire, cioè di consegnare Gesù alle autorità giudaiche. L’evangelista annota nel versetto che immediatamente precede il testo appena ascoltato:  “ ed era notte “. Non solo la notte che seguiva il giorno nel ciclo quotidiano, ma anche una notte simbolica, la notte del male che sembra prendere il sopravvento sull’amore che invece Gesù è venuto a predicare, lui volto della misericordia di Dio Padre.

sabato 16 aprile 2016

In che mani ci mettiamo?

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (10, 27-30) - IV Domenica di Pasqua
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

COMMENTO
“Nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio”. L’affermazione di Gesù è molto forte e personalmente mi sembra molto rassicurante; propriamente lo è. Nel momento in cui affidiamo la vita al Signore Gesù, il risorto, colui che , l’unico, dalla morte è passato alla vita, non abbiamo da temere più nulla. San Paolo dirà giustamente scrivendo ai cristiani di Roma: “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?  […] Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,35-39).

sabato 9 aprile 2016

Ma la rete non si spezzò

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (21,1-19) - III domenica di Pasqua

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di cento cinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


COMMENTO
La notte era normalmente nel lago di Galilea  il momento più propizio per riuscire a pescare, “ ma quella notte non presero nulla” racconta l’evangelista. Dice il testo di un canto assai noto: “ e mentre il cielo s’imbianca già, tu guardi le tue reti vuote”. Proprio all’alba di un nuovo giorno, tuttavia Gesù indica dove gettare la rete, perché i sette facciano esperienza dell’autorevolezza di quella parola e capiscano che quella parola dice e realizza. 

sabato 2 aprile 2016

La pace di Cristo e la pace del mondo

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31 ) - II domenica di Pasqua

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

COMMENTO
“Pace a voi”: Ecco il saluto di Cristo risorto ai suoi discepoli. Le prime parole dopo essere sfuggito alla forza della morte sono giustamente parole di pace, perché sappiamo che solo perdonando come lui ha fatto sulla croce si può sfuggire al veleno del peccato e alle sue conseguenze inevitabili : la morte del cuore, la morte totale.