sabato 24 settembre 2016

Guai ai ciechi

di fra Damiano Angelucci




Dal Vangelo secondo Luca (16, 19-31) - XXVI domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

sabato 17 settembre 2016

Il profumo della sapienza di Dio

di fra Damiano Angelucci





Dal Vangelo secondo Luca (16, 10-13 ) - XXV domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

COMMENTO
In un’intervista l’allora presidente della Fiat Gianni Agnelli disse che il modo migliore per “fare soldi” è quello di averli già in partenza. La battuta contiene una verità di fatto: il possesso di beni materiali rende progressivamente sempre più facile l’ulteriore accrescimento del capitale. Se chi ha 10 può raddoppiare, chi a 20 può triplicare, chi ha 50 può quadruplicare e così di questo passo. Il fascino del denaro è proprio questo: una prospettiva di indefinito aumento e accumulo, ma è anche il grandissimo pericolo per chi vuole crescere nella ricchezza che Gesù definisce “quella vera”, quella che dura per la vita eterna e che riguarda i valori dello spirito e del cuore. La ricchezza materiale è disonesta , secondo le parole di Gesù, perché ingannevole, tentatrice e causa frequente di cecità spirituale. 

sabato 10 settembre 2016

Un cuore di Padre e di madre sempre alla ricerca dell’uomo

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (15,1-32 ) - XXIV domenica del tempo ordinario
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.