venerdì 31 marzo 2017

Fra Mauro e fra Francesco sacerdoti


In data 18 marzo 2017, presso la Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta a Montecassiano, fra Mauro Scoccia e fra Francesco Mengoni sono stati ordinati sacerdoti da Mons. Nazareno Marconi, vescovo di Macerata. Grande la partecipazione del popolo e ancor più grande la gioia e il ringraziamento al Signore per il dono inestimabile di due nuovi sacerdoti alla sua Chiesa. Da noi tutti un grazie sincero a fra Mauro e fra Francesco per la loro generosa risposta alla chiamata dal Signore e l'assicurazione della nostra preghiera perché il loro ministero sia fecondo e sappia comunicare al mondo la luce del Signore.
Al seguente link trovate le foto più belle dell'evento.

sabato 25 marzo 2017

La grazia di vedere e di sapere di non vedere

di fra Damiano Angelucci




Dal Vangelo secondo Giovanni (9, 1.6-9.13-17.34-38) – IV Domenica di Quaresima
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

COMMENTO
Primo momento della veglia pasquale, madre di tutte le veglie, è giustamente la liturgia della luce; nella notte del prossimo 15 aprile per tre volte l'acclamazione "Cristo luce del mondo!" ci esorterà ad abbandonare il buio dell’ignoranza e del peccato.

venerdì 17 marzo 2017

Fra Mauro e Fra Francesco sacerdoti per sempre

L'intervista realizzata da "Emmaus" ai nostri due fratelli cappuccini fra Mauro e fra Francesco in vista della loro Ordinazione Sacerdotale, tutta da ascoltare.

lunedì 13 marzo 2017

Crediamo al bene

di fra Sergio Lorenzini


Avere una buona idea è un conto, crederci è tutt'altra storia! E' così che un gruppo di giovani, ha avuto un sogno - sconfiggere la fame nel mondo - e, cosa ancora più incredibile, ci ha creduto! Così nella Torino degli anni '60 hanno iniziato a raccogliere fondi per sostenere le opere dei missionari nel mondo e oggi sono un Arsenale di pace, carico di munizioni di bene. Questo è il germoglio da cui è nato il Sermig di Torino!

La PGV dei Frati Cappuccini delle Marche ha voluto proporre questo Ritiro di Quaresima proprio al Sermig di Torino per scoprire che ciascuno di noi ha in sé un tesoro da condividere con gli altri, che ognuno può aprire il suo cuore e farsi dono, dire sì a quel bene che il Signore ci presenta come un'occasione ogni giorno (anche se fuori programma), che nell'uomo abita il desiderio del bene e se qualcuno apre una strada buona altri la percorreranno.

Al link sottostante trovate le foto di questa bellissima esperienza.
https://goo.gl/photos/zAjdtjAuNfzhWpbb9

venerdì 3 marzo 2017

Nulla si trasforma ma tutto cambia

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Matteo (4,1-11) - I Domenica di quaresima
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

COMMENTO
Le pietre restano pietre e non nutrono la stomaco e non saziano la fame. La pietra resta dura, durissima per poter accogliere la caduta di un uomo che si getta dall’alto di un tempio. La pietra continua a tentare perché ponendosi alla sommità di essa si possono contemplare le immensità dei regni della terra e la vista sempre potrà eccitare il desiderio di possesso. 

Cosa è cambiato nella vita di Gesù dopo quel lungo digiuno di quaranta giorni al termine del quale ebbe fame? L’uomo Gesù ha accolto la parola di compiacimento del Padre pronunciata nel Battesimo del Giordano e forte di quel compiacimento ha iniziato a cambiare la sua visione delle cose di questo mondo. La Parola del Padre lo ha accompagnato a saper distinguere ciò che è prioritario e ciò che, pur importante, resta secondario. La Parola del Padre, come pane disceso del Cielo e come manna nel deserto, lo ha condotto, ha dato a lui la forza di far a meno del pane materiale, pur necessario. Dunque la pietra potrà restare pietra, potrà restare un duro ostacolo su cui cadere o dall’alto del quale vedere tutte le cose più desiderabili. Ormai la parola di Dio Padre ha nutrito, ha reso Gesù forte di fronte a tutti i miraggi del deserto.


Da questo momento Gesù saprà cambiare ogni vicenda umana dal di dentro, saprà anzi intravedere “Pietro” in umile pescatore di Galilea (salda pietra della nascente chiesa), saprà arrestare la potenziale violenza delle pietre di quegli anziani pronti a gettarle contro la donna adultera; saprà far riemergere la vita di Lazzaro dalla pietra tombale che lo teneva nella morte. Lo stesso Gesù rovescerà la pietra di un sepolcro, proprio perché vittorioso sulla facile tentazione dell’immediato. La sua docilità alla volontà del Padre ha dato lui la potenza di tutto cambiare dal di dentro, perché i cuori non siano più duri come pietra. Buon cammino di conversione!