sabato 14 ottobre 2017

Dress code: abito nuziale

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Matteo (22,1-4) - XXVIII domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

COMMENTO
Si chiama “dress code”, che tradotto significa “codice d’abbigliamento”, il tipo d’abbigliamento richiesto per una festa, per un happening o per partecipare ad un evento: “Casual”, “formal”, e così via.


Quando venne Obama a Milano si richiese ai partecipanti “camicia senza cravatta”. Alla festa di nozze con Cristo sposo è richiesto invece: “abito nuziale”. Domanda: come dovrà essere fatto questo abito nuziale? Perché più o meno tutti coloro che si interessano a Cristo e al messaggio del suo Vangelo, vorrebbero partecipare a questo grande banchetto che, si dice, sarà proprio “la fine del mondo”!

La simbologia nuziale in realtà non è rara nei testi sacra e attraversa un po’ tutta la Bibbia: dalla prima coppia Adamo-Eva, alle nozze escatologiche (cioè alla fine del mondo) tra Cristo-sposo e la Chiesa-sposa. Nel libro dell’Apocalisse troviamo la profezia della Gerusalemme celeste, simbolo della Chiesa, che è vista scendere dal cielo, da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 19,7) il Cristo.

Ma sempre nell’Apocalisse troviamo ancora un’altra immagine in cui si annunciano le nozze dell’agnello (il Cristo) con la sua sposa (sempre la Chiesa) e nella visione profetica raccontata dall’autore dell’Apocalisse c’è una folla immensa che grida a squarcia gola: “Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi» (Ap 19,7-8). Qui capiamo dunque come deve essere fatto l’abito nuziale: di lino fino perché il lino fino sono le opere giuste dei santi.

Nella parabola raccontata da Gesù il papà dello sposo, sdegnato dal rifiuto degli invitati, manda i suoi servi a chiamare tutti quelli che troveranno per strada “…cattivi e buoni”. Tutti divengono invitati, anche i cattivi, ma una sola condizione è richiesta: rivestirsi della giustizia di Cristo. La giustizia dell’uomo non può bastare per gustare il banchetto nuziale del Regno di Dio. Il Signore Gesù ci dona il suo abito, la sua veste di lino, il suo cuore nuovo, perché noi possiamo amare come Lui ha amato. Di qui la gravità del rifiuto dell’abito nuziale che significa il non accettare la novità di Cristo, o se vogliamo il non accettare il fatto di aver bisogno di essere rivestiti della sua misericordia, della sua salvezza. Noi non ci salviamo da soli, solo Cristo può farlo e le nostre scelte di vita testimonieranno il nostro assenso alla sua Grazia!

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