sabato 24 marzo 2018

La profezia del somaro

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,1-10) - Domenica delle Palme

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

COMMENTO
Non è la prima volta nella Bibbia che il Signore si serve di un asino per presentarsi agli uomini. Al capitolo 22 del libro dei Numeri proprio un asino riconosce la presenza di un angelo messaggero di Dio ben prima del suo padrone Balaam e così facendo gli salva la vita.

venerdì 16 marzo 2018

Un denaro che si moltiplica

di fra Damiano Angelucci




Dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-33 ) - V domenica di quaresima
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

COMMENTO
Certe favole per bambini hanno qualcosa da insegnare anche ai grandi. Il gatto e la volpe nella famosa favola di Collodi riuscirono a convincere Pinocchio che sotterrando del denaro avrebbe visto crescere una pianta con tanti denari. 

martedì 13 marzo 2018

Aprire NUOVI ORIZZONTI

di fra Sergio Lorenzini



Non so se capita anche a voi, ma a volte si prova un sentimento di ostilità nei confronti delle parole quando non sono capaci di veicolare l'intensità di un'esperienza vissuta. 

sabato 3 marzo 2018

Una casa per tutti

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-25 ) - III domenica di quaresima
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

COMMENTO
La veemenza di Gesù in questo brano è quasi un pezzo unico nel racconto degli evangelisti, fino a darci l’immagine di un Gesù rabbioso e violento. Ma sono i discepoli a ricordarsi quel versetto del salmo 69, versetto 10, in cui si dice appunto: “lo zelo per la tua casa mi divora, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me”. I discepoli sanno leggere quell’avvenimento alla luce della Parola di Dio e allora sono capaci di ben interpretarlo.